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Marionette in cerca di manipolazione

…Quello che hanno presentato é stato eccezionale. Le loro figure sapevano fare di tutto, come se avessero un anima. Pulcinella, protagonista dei burattini delle fiere italiane, s'accorge ogni volta più spaventato, scosso in tutto il corpo, che la morte é arrivata a prenderlo, la quale non é nemmeno così sicura di sé. La scena sulla cantante presuntuosa e sul direttore d'orchestra che vuol farsi notare, cita le satire dell'eccellente maestro Obraczov, recentemente scomparso.
"Zsàkomban a bàbom" Bota Gabor Sarospatak - Ungheria luglio 1992

...Infine, ho potuto apprezzare il delicato spettacolo del TEATRO ALEGRE, "Marionette in cerca di manipolazione", tre atti di grande bellezza, plastica e teatrale, resi senza parole, con magnifici pupazzi in legno dagli impressionanti visi e grande mobilita e articolazione. Combinando una particolare tecnica di bastoni e fili, Damiano Privitera e Georgina Castro hanno affascinato quelli che hanno potuto vedere la passione di Pulcinella e il suo incontro con la morte, il duello di poteri del pianista e la soprano in un "Intermezzo musicale" e l'insolita pantomima di un clown che cambia, dimensione e offre un "Cerebral Circo" con oggetti, pupazzi, giocattoli ed equilibri.
Jose Henrìquez Guìa del Ocio - Madrid, agosto 1993

"Marionette in cerca di manipolazione" é uno sguardo acido , allo stesso tempo umoristico e satirico, verso le regole che reggono la nostra società.Vengono trattate la solitudine, la morte, il tempo che passa, i rapporti umani, la frivolezza della vita. Damiano Privitera, il regista, sa perché ha creato questo spettacolo. E' il suo linguaggio, quasi il suo grido di allarme, cosciente o no; é la sua visione della vita in generale. Lui non ne fa un volantino militante bensì conserva un distacco del tutto originale e una retrospettiva che gli permette di osservare, di denunciare il tutto con umore e sarcasmo. L'ironia rimane il suo forte. E, senza dubbio, fa sì che questo spettacolo parli senza che nessuna parola esca dalla bocca degli "attori"…
Jean-Francois Ruiz – Directeur Centre Culturelle de La Ricamairie

"Marionette meglio che attori, la musica le fa volare" Pulcinella e Napoli, ventagli e toreri, nacchere e flamenco; la maschere italiane della Commedia dell'Arte e i simboli del folclore spagnolo: sono le due anime dello spettacolo di marionette portato da Torino dal Teatro Alegre e andato in scena a Fiorenzuola, nell'ambito del festival organizzato dal Manicomics. E' vero che le marionette sono più espressive di attori in carne e ossa? Qualche volta si. E questa e una di quelle volte. Queste «Marionette in cerca di manipolazione» manovrate nei movimenti dai due animatori-autori, Damiano Privitera e Georgina Castro Küstner, sono amorevolmente seguite gesto dopo gesto. Non ci sono parole, ma c'è molta musica. Una musica che fa volare i piccoli personaggi. Sulle onde impetuose delle note, sembrano mettere le ali. Sul loro minuscolo palcoscenico cantano, ballano e volano. Così, danzando, raccontano le loro storie. Lo spettacolo, sorretto da un forte senso del ritmo musicale, è costruito in due tempi e cinque quadri, ed ogni nuovo atto è annunciato da un battere di tamburello. Il livello tecnico e la qualità poetica del lavoro sono davvero stupefacenti, e fanno pensare ad uno spettacolo visto anni fa a Piacenza (alla Filo, dove allora era andata in trasferta la stagione di prosa del Municipale) e presentato da un grande mago dei burattini, il russo Serghiej Obraszov. Ma il fascino delle marionette di Damiano e Georgina non consiste solo in una abilità tecnica, quanto piuttosto nella continua invenzione poetica, nelI'estro del parodistico, nell'intenerimento di un ironico affetto. Che seduttrici queste marionette che si muovono a tempo di musica. Ecco perché questi mini interpreti (mossi con dei bastoncini di legno) possono essere molto più di un attore: perché possono essere tutto, l'assurdo diventato credibile, la fiaba mescolata all'ironia, il realismo più quotidiano e il surrealismo più avvincente. Nel lavoro del Teatro Alegre c'è l'uso del gioco tra verosimiglianza ottenuta con grande virtuosismo e assurdità del pupazzo. Nello spazio di questa contraddizione si insinuano un'ironia e un senso del gioco che fanno teatro. Un teatro della fantasia e delle meraviglie. La rappresentazione è stata accolta con molto favore e calore dal pubblico abbastanza numeroso…
Umberto Fava Piacenza, Italia settembre 1994

"Un piccolo uomo con grandi sentimenti" Il Teatro Alegre ha fatto vedere delle immagini impressionanti nel nuovo "Intermarionettheater". Il suo destino come marionetta sarà crudele. Dall'allegro mondo d'illusioni della Commedia dell'Arte, Pulcinella si trova nel "freddo" presente. Si sveglia su una panchina come un barbone, cerca nella pattumiera qualcosa da mangiare, un destino triste....Finché sente un canto dolce, ma ogni volta che cade nella magia di questa musica, viene sempre deluso, scaraventato nella realtà. Invece del bel canto delle voce d'oro dei tenori, risuonano allora dei ritmi di breakdance come melodia che accompagna la sua esistenza. "Pulcinella e la morte" é sicuramente una delle storie più impressionanti raccontate dalla compagnia italiana nello spettacolo "Marionette in cerca di manipolazione" rappresentato questo fine settimana al "Intermarionettheater". Ma non é soltanto la forza poetica di questo racconto quella che attirava al pubblico, sino la capacita con la quale D.Privitera e G. Castro risvegliano il loro Pulcinella alla vita. Perché questa figura napoletana sembra di vivere veramente; anche se dipende da due manipolatori che la dirigono con dei bastoncini di legno, i suoi movimenti non sono angolari, legnosi, comici come quelli dei suoi amici. Da lui sembra tutto come nato da una muscolatura vivente. E ancora di più, un cuore vero sembra battere nel suo petto, perché solo così si possono spiegare i grandi sentimenti del piccolo uomo.
Saarbrücken - Germania, novembre 1995

Essenziale, spettacolo molto intenso e toccante del Teatro Alegre dal titolo “Marionette in cerca di manipolazione”. La spagnola Georgina Castro Küstner e l’italiano Damiano Privitera danno vita alle loro figure con la tecnica del bunraku. Manipolano i pupazzi a vista rivolgendosi a loro con tale intensità che attorno ad essi si crea una vera aura. Rappresentano senza parole (con un sottofondo di musica e rumori, scene corte che vanno dalle riflessioni critiche sulla cultura alle parodie comiche, a scene manifestamente surrealiste. La scena di Pulcinella e la Morte suscita nervosismo. Qui tematizzano la perdita e lo stacco dalle tradizioni sulla famosa figura della Commedia dell’Arte. Pulcinella anonimo e solitario in una città moderna in lotta contro la nuova era che si sa persa in partenza. Trasportato dalla musica, galleggiando nell’aria, esce dalla realtà crollando subito dopo per terra . Commuove la sua difesa contro se stesso, il modo in cui cerca di trattenere le sue gambe che ballano da sole sentendo una canzone consueta … finché cade di nuovo. Quando la morte gli ruba il cuore, Pulcinella balla senza identità, senza anima, come un automata nel ritmo dei tempi.

Barbara Iuchs Puppentheaterfest Mistelbach-Austria, ottobre 1998

Pulcinella burattino tra morte e circo
La musica segna l'affascinante spettacolo dello spagnolo Teatro Alegre
Per la rassegna Baracche e Burattini, organizzata da Kultur Dom, è andato in scena in Santa Maria della Pace un godibilissimo spettacolo presentato dal Teatro Alegre, ancora una volta, immeritatamente, con scarsa partecipazione di pubblico. Teatro Alegre è una formazione di burattinai italo-spagnoli che si è costituita a Barcellona. A Pinerolo il Teatro Alegre ha una propria sede di produzione. Oltre agli spettacoli, organizza rassegne, laboratori, seminari di perfezionamento. Teatro di figura nelle varie espressioni, dalle prime marionette, ai burattini tradizionali mossi con le mani, alla tecnica “bunraku” di origine giapponese adattata però, dice Damiano Privitera nella breve presentazione dello spettacolo, al gusto mediterraneo. Con questa tecnica si sono espressi i due animatori nel presentare tre brevi atti unici: Pulcinella e la morte, Intermezzo musicale e Il circo. Burattini da tavolo si possono definire questi poiché agiscono su una pedana alta giusto un tavolo rispetto agli animatori che sono in piedi, dietro, resi invisibili, per quanto possibile, dal nero dei vestiti e dei guanti. Ciascun burattino è mosso da due animatori contemporaneamente, per ottenere la massima fluidità nei movimenti espressivi. Così condotto, il burattino può raggiungere tutta una gamma di sfumature, con piccoli gesti, di sorprendentente espressività. Non v'è bisogno nemmeno di parole, basta la musica e l'interpretazione del personaggio-burattino.
Per la verità uno spettacolo che può essere pienamente apprezzato ancor più dai genitori e dagli accompagnatori dei bambini, ma che affascina anche i bambini. La tecnica “bunraku” si adatta bene anche al nostro Pulcinella, eroe napoletano, notoriamente affamato. Qui il burattino, abbandonato su una panchina, ha tutta una serie di improvvisazioni vocali e gestuali, come in un canto del cigno, facendo del marciapiede il suo palcoscenico, giusto il sottofondo di rumori di traffico. Sarà la morte a sorprenderlo e a rubargli il cuore per averlo tutto per sé. Nell'Intermezzo Musicale, due artisti si contendono gli applausi del pubblico, un pianista quanto mai originale e una cantante ballerina dai vistosi capelli color carota. E' interessante come i vari personaggi vengono risolti dal burattinaio di volta in volta, ora a figura intera, mossi da stecche oppure con una sorta di integrazione tra burattino e animatore, dove le braccia e le mani dell'operatore fanno tutt'uno con il burattino, ottenendo un effetto di deformazione grottesca, ancor più divertente. La contesa tra i due finirà a colpi di pistola. “Circo" é una breve sintesi di giochi di abilità di un malinconico acrobata e clown. Apprezzabile il gioco prospettico, la presentazione del personaggio come visto da lontano e quindi portato in primo piano, in acrobazia sul filo, sulla palla. Bisogna riconoscere a Giorgina Castro e Damiano Privitera una raggiunta sapienza espressiva nei loro burattini, nei loro brevi apologhi condotti sulle ben scelte colonne musicali. Meritati applausi.
Gian Carlo Andreoli Piacenza 16 dicembre 2001

“Gianduja, vengo a salvarti io!”
…Ancora Pulcinella, ma in un’altra visione, intenerita e struggente. è stato manipolato con plastica efficacia dalle mani espertissime degli organizzatori, la coppia artefice del «Teatro alegre». Il piccolo prodigio di infondere vita all’inerzia della materia l’hanno realizzato loro. Con una bravura sorprendente, elaborando la tradizione di ieri e le suggestioni attuali hanno narrato la perdita del cuore di Pulcinella finito in un cestino di rifiuti nel turbinio del traffico stradale. Fuori concorso, hanno svettato.
Mirella Caveggia Prima Fila dicembre 2004

Ecco uno spettacolo di marionette che merita veramente le detour. La compagnia Teatro Alegre ci riporta alle radici del teatro delle marionette inserendoci in modo estremamente sottile nel nostro mondo attuale. In tre quadri, la società contemporanea viene sezionata dallo sguardo tanto acido quanto satirico di un microcosmos umano fatto di braccia e gambe di queste marionette. Si tratta di uno spettacolo universale e pieno di buon senso, sottolineato da umorismo e poesia grazie al distacco e alla leggerezza dei diversi personaggi articolati. La musica, onnipresente, ha ugualmente un ruolo esenziale nella trasmissione delle emozioni e nella comprensione di quest’opera. A volte bella e trascinante, a volte meccanica e ripetitiva, la musica manipola senza sosta le marionette per spiegare in fine la vita, i suoi costumi e il tempo che passa… Raro nell OFF 2006 uno spettacolo di marionette che non è fatto solo per i bambini, contemporaneamente classico e molto attuale, assolutamente da scoprire.
Festival Avignon Off - Charlotte De Oliviera luglio 2006